following the us election day and discovering the great social media strategy of obama

L’election day si è concluso e con esso una campagna che hanno visto nelle reti sociali (ancora una volta direi io) il fulcro del dibattito politico e delle strategie per captare nuovi voti. Dire questo non significa affatto affermare la supremazia della rete, ma semplicemente evidenziarne l’importanza.

Ma la rete e con essa le reti sociali sono unicamente degli strumenti, chi vince sono le strategie, non tanto politiche quanto quelle del marketing e della fedeltà. E per chi capisce di CRM, le parole ROI e lungo termine dicono molto. Condisci il tutto con una sapiente conoscenza delle tecnologie, e il gioco è fatto.

Per spiegarmi meglio, ecco un esempio concreto di come la campagne di Obama fosse zeppa di queste cose. Lo racconta il sito Venture Beat. Penelope Trunk vive in Wisconsin uno di quei Swing State. Dove il risultato lo giocano i numeri, quelli di qualche centinaio di voti (come è successo in Florida qualche anno fa, lo ricordate?). Penelope, come molti, hanno donato qualche dollaro alla campagna di Obama. È quindi entrata a far parte del customer database della campagna di Obama. Il fratello vive a NYC e anche lui ha donato qualche dollaro per la campagna ed è entrato in questo grande database. Qui entra in gioco la sapienza della rete delle reti: facebook. Un fb connect e un buon app permettono di aggregare molte informazioni, che sapientemente incrociate possono raggiungere questo livello di interconnessione con un risultato chiaramente superiore a qualsiasi messaggio televisivo, flyer o cartellone pubblicitario.

Questa è l’ultima di una serie di azione che non sono mai state arrestate. Obama ha iniziato costruendo il suo database bem prima dell’inizio della prima campagna, lo ha infoltito e lo ha mantenuto, lavorando in questi ultimi 4 anni una comunità di sostenitori molto grande. Certo essere Presidente aiuta, ma la cosa importante è che sia riuscito a costruire un gruppo di advocates forte, che potesse infoltire le file dei volontari sul terreno. Quelli che nei US alzano il loro telefono di casa e iniziano a chiamare una lista di numeri di telefono forniti dal social network privato della campagna di Obama. Quelli che si dannano l’anima per la causa (la vittoria di Obama). Quelli che sborsano e si occupano di rimpolpare il sistema crowd funding di Obama.

Obama è sicuramente il più famoso, ma non è l’unico ad avere capito che la rete non è semplicemente un nuovo media, ma è molto di più. Il blog TechCrunch pubblicava il 5 Nov 2012 un interessantissimo articolo proprio sui 20 personaggi più importanti nel campo della democrazia digitale. Pensare che la primavera araba sia frutto di facebook o Twitter è errato, ma senza sarebbe stata molto più dura. Obama, Eric SchmidtToomas Hendrik IlvesDarrell Issa e molti alti altri sono nominati. Ce ne sono altri in giro, ma non ce ne sono abbastanza. Si può molto di più. Si deve fare molto di più.

La partecipazione democratica passa oggi da una semplificazione non delle istituzioni, ma dei processi di ascolto e discussione del e con il cittadino. Senza inventare l’acqua calda basterebbe limitarsi ad usare gli strumenti a disposizione, strumenti semplici, spesso gratuiti, che usano tutti, ma non le istituzione e i partiti. Mi piace pensare che le cose cambieranno, e continuo a sperare.

 

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About Davide Ballestra

Swiss Digital entrepreneur currently based in São Paulo.